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La mistica e l'anima russa

Versione cartacea

A cura di: Natalino Valentini, Lubomír Zák; traduzione dal russo di Claudia Zonghetti
Editore: SAN PAOLO EDIZIONI
Genere: Mistica
Altri generi: Testimonianza
ISBN: 9788821556326
Tipologia: Libro
Formato: 13,5x21
Anno di edizione:
Note: inserto fotografico a colori; rilegato con sovraccoperta
Tag: Russia
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A cura di: Natalino Valentini, Lubomír Zák; traduzione dal russo di Claudia Zonghetti
Editore: SAN PAOLO EDIZIONI
Genere: Mistica
Altri generi: Testimonianza
ISBN: 9788821556326
Tipologia: Libro
Formato: 13,5x21
Anno di edizione: 2006
Note: inserto fotografico a colori; rilegato con sovraccoperta
Tag: Russia
Gli scritti inediti di un vero gigante del pensiero.
Saggio introduttivo e note, per una edizione italiana unica.


Dopo oltre cinquant'anni di oblio, l'opera di Florenskij è stata progressivamente riscoperta in Russia e in gran parte d'Europa. In questo volume compaiono alcuni scritti inediti tra i più significativi di quelli dedicati alla mistica. Sono scritti che, nella loro pluralità di approccio, testimoniano il suo indomito ardore filosofico e spirituale nel voler riportare il pensiero a esprimere la pienezza della vita. Essi abbracciano le tematiche più importanti della sua vita, quali la spiritualità, la preghiera, l'interpretazione della Bibbia, la dimensione estetica, le icone, la storia spirituale della Russia. Il volume si apre con un ampio e documentato saggio introduttivo di Natalino Valentini, il più insigne studioso italiano dell'opera di Florenskij, con una aggiornata nota bibliografica. Le note ai saggi che compongono il testo sono di Lubomír Zák, professore di teologia fondamentale alla Pontificia Università Lateranense e riconosciuto esperto internazionale dell'opera di Pavel Florenskij.

«Il mondo prigioniero, prigioniero degli artigli della morte, si dimenava impotente e
mesto. E scendevano lacrime di infinita pietà... Scendevano ad una ad una dagli occhi del Padre Celeste, perché Egli amava il mondo come solo Dio può amarlo».
PAVEL ALEKSANDROVIC FLORENSKIJ (1882-1937) è una delle figure più significative e sorprendenti del pensiero religioso russo, oggi riscoperto in gran parte d’Europa (dopo oltre cinquant'anni di oblio) come uno dei maggiori pensatori del Novecento. Florenskij è anzitutto un filosofo della scienza, fisico, matematico, ingegnere elettrotecnico, epistemologo, ma anche filosofo della religione e teologo, teorico dell’arte e di filosofia del linguaggio, studioso di estetica, di simbologia e di semiotica. In questi ultimi anni, sono tornate alla luce parti considerevoli della sua vastissima eredità culturale, lasciando emergere la statura di vero e proprio “gigante” del pensiero filosofico, teologico e scientifico, al punto da fargli meritare una esplicita menzione nella Fides et ratio (cfr. n. 74). Già nei primi decenni di questo secolo, diversi pensatori russi hanno parlato di lui come di un “Pascal russo”, la cui opera andrebbe posta a fianco a quella di Agostino; più frequentemente è stato definito il “Leonardo da Vinci della Russia” (S. Bulgakov, N. Losskij), che brilla per la sua “genialità” (P. Evdokimov) e “originalità” (A. Losev).
Dottore in matematica all’università di Mosca a 22 anni, rifiuta la cattedra universitaria e studia teologia. Si sposa, viene ordinato presbitero ortodosso, ha cinque figli.
Docente di filosofia presso l’Accademia Teologica moscovita, svolge un’attività sia filosofico-teologica sia scientifica di primissimo livello, fino a che il potere comunista, mal sopportando che quella intelligenza superiore potesse conciliarsi con l’essere cristiano e prete (Florenskij si presentava agli incontri accademici e scientifici in abito talare) lo rinchiude nel famigerato lager delle isole Solovki all’estremo nord del paese. Dopo anni di prigionia e di lavori forzati, l’8 dicembre 1937 nei pressi di Leinigrado, all’età di 55 anni, gli viene tolta la vita mediante fucilazione. Il luogo della sepoltura è rimasto sconosciuto, anche se nel luglio 1997 sono state scoperte delle fosse comuni di prigionieri delle Solovki nelle quali sono probabilmente disperse le sue spoglie.