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La filosofia del culto

Versione cartacea

A cura di: Natalino Valentini
Editore: SAN PAOLO EDIZIONI
Genere: Teologia
ISBN: 9788821598326
Tipologia: Libro
Formato: 14,2x21,8
Anno di edizione:
Note: rilegato con copertina rigida e sovraccoperta
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A cura di: Natalino Valentini
Editore: SAN PAOLO EDIZIONI
Genere: Teologia
ISBN: 9788821598326
Tipologia: Libro
Formato: 14,2x21,8
Anno di edizione: 2016
Note: rilegato con copertina rigida e sovraccoperta
Un percorso alle sorgenti del culto e dei suoi ordinamenti, alla scoperta della tragica e salvifica bellezza della liturgia cristiana: questo volume ci fa immergere nella ricchezza misteriosa e sfavillante dei riti della Chiesa orientale, fino al sancta sanctorum del mistero eucaristico. Padre Pavel ci mostra così ciò che non può essere dimostrato, ma solo contemplato e amato, lasciandoci intravedere nelle fenditure del reale e nelle antinomie della verità l'azzurro dell'eterno. Nella ferma convinzione che «le radici del visibile sono nell'invisibile, i fini dell'intelligibile nell'inintelligibile».
PAVEL ALEKSANDROVIC FLORENSKIJ (1882-1937) è una delle figure più significative e sorprendenti del pensiero religioso russo, oggi riscoperto in gran parte d’Europa (dopo oltre cinquant'anni di oblio) come uno dei maggiori pensatori del Novecento. Florenskij è anzitutto un filosofo della scienza, fisico, matematico, ingegnere elettrotecnico, epistemologo, ma anche filosofo della religione e teologo, teorico dell’arte e di filosofia del linguaggio, studioso di estetica, di simbologia e di semiotica. In questi ultimi anni, sono tornate alla luce parti considerevoli della sua vastissima eredità culturale, lasciando emergere la statura di vero e proprio “gigante” del pensiero filosofico, teologico e scientifico, al punto da fargli meritare una esplicita menzione nella Fides et ratio (cfr. n. 74). Già nei primi decenni di questo secolo, diversi pensatori russi hanno parlato di lui come di un “Pascal russo”, la cui opera andrebbe posta a fianco a quella di Agostino; più frequentemente è stato definito il “Leonardo da Vinci della Russia” (S. Bulgakov, N. Losskij), che brilla per la sua “genialità” (P. Evdokimov) e “originalità” (A. Losev).
Dottore in matematica all’università di Mosca a 22 anni, rifiuta la cattedra universitaria e studia teologia. Si sposa, viene ordinato presbitero ortodosso, ha cinque figli.
Docente di filosofia presso l’Accademia Teologica moscovita, svolge un’attività sia filosofico-teologica sia scientifica di primissimo livello, fino a che il potere comunista, mal sopportando che quella intelligenza superiore potesse conciliarsi con l’essere cristiano e prete (Florenskij si presentava agli incontri accademici e scientifici in abito talare) lo rinchiude nel famigerato lager delle isole Solovki all’estremo nord del paese. Dopo anni di prigionia e di lavori forzati, l’8 dicembre 1937 nei pressi di Leinigrado, all’età di 55 anni, gli viene tolta la vita mediante fucilazione. Il luogo della sepoltura è rimasto sconosciuto, anche se nel luglio 1997 sono state scoperte delle fosse comuni di prigionieri delle Solovki nelle quali sono probabilmente disperse le sue spoglie.