«I due romanzi han tutt'e due andamento di memorie, e lo stesso tema generale: la posizione d'un intellettuale in un momento di "scelta" politica, non d'idee, che quelle son date per già scelte, ma d'azione, di presenza».
Italo Calvino
Scritti a distanza di dieci anni l'uno dall'altro, Il carcere e La casa in collina sono i due romanzi brevi che sancirono la maturità artistica di Cesare Pavese. Diversi per intensità della narrazione, ma analoghi per comunanza d'esperienza umana, ne Il carcere Pavese segue la vita di un confinato politico, Stefano, in un paesucolo del Mezzogiorno. Ne La casa in collina le vicende personali di Corrado si intrecciano inesorabilmente ai drammatici eventi storici di Torino bombardata, la resistenza operaia, i partigiani, i fascisti. Mai come in queste pagine la tormentata riflessione intellettuale di Pavese si unisce a una lucida analisi dei personaggi e dei luoghi, in un confronto serrato tra la solitudine, il ripiegamento interiore e l'urgenza del mondo: il tentativo, tutto pavesiano, di una conciliazione profonda e sofferta tra il mito e la storia.
Introduzione di Italo Calvino, Note a testi di Laura Nay e Giuseppe Zaccaria