Tutti, o in tanti, conoscono don Bosco in una forma approfondita o
almeno generica. È un italiano tra i più famosi. In un pianeta
tecnicamente progredito ma povero d'amore e di anima, dove i giovani
restano in condizione marginale. Sperimentando il presente sotto le
mentite spoglie di Alpha, maestro immigrato con la madre Margherita, don
Bosco si racconta e svela i suoi sogni educativi per il futuro di un
mondo diverso e solidale. La simbiosi tra un educatore leggendario come
lui e i giovani, futuro dell'umanità, può portare a un rilancio della
proposta educativa in questo cambio di epoca, risvegliando energie
creative e politiche sensibili, finalmente, a quella parte sterminata di
giovani emarginati o esclusi che possono rigenerare l'umanità e
scuotere i sazi dell'Occidente in crisi. Respirando allegria anziché
vigilie di guerre, ingiustizie e rovinoso inquinamento ambientale. La
svolta che, sulla scia del Concilio Vaticano II, papa Francesco sta
imprimendo alla Chiesa attestandola a fianco dei poveri e radicandola
nel Vangelo, trova in don Bosco rivisitato e interpretato un alleato per
il cambiamento pensato e realizzato con i giovani.