Cosa puo' ancora insegnare, in un periodo in cui l'amore, specie quello tra coniugi, viene sempre piu' messo in discussione e ridicolizzato, l'esperienza pastorale del giovane Karol Wojtyla con i suoi amici del gruppo Srodowisko? Innanzitutto a riassaporare, nell'immagine dei giovani riuniti attorno a lui, il desiderio di ciò che "rende liberi, autentici e felici", anzichè vivere nella perenne confusione tra libertà e libertinaggio, felicità e false illusioni di essa. Da qui a comprendere che l'amore, quello vero ed autentico, non può prescindere da un cammino di coppia, scandito dalla Regola Humanaes Vitae e sorretto dalla consapevolezza del dono reciproco.
Nelle descrizioni dei sentimenti che nascono tra gli amici del gruppo, che sembrano aver ispirato gli amori narrati dal dramma giovanile di Wojtyla La bottega dell'orefice, il lettore ritrova esempi di santità, ma anche episodi di vita quotidiana. Ritrova l'amore che nasce, tenero, tra mille difficoltà e cresce, solido e deciso, nonostante gli ostacoli aumentino. Ritrova l'amore coniugale sorretto dall'amicizia, che riunisce tra loro le coppie in una sorta di "famiglia di famiglie", e dalla Fede, che rivela il Disegno divino.
"Non è possibile abusare dell'amore. In qualsiasi mano cada, rimane sempre se stesso". E' un segnale forte quello che emerge dagli scritti (di cui uno inedito) dell'indimenticato Pontefice e degli autori e che svela, nel corso di un articolato cammino, il raggiungimento dell'unica, vera fonte di felicità: la Perfezione divina.